*La prima cosa che mi viene in mente è ringraziare mio nonno che ora è in paradiso.
Dopo quasi 15gg riesco finalmente ad affrontare l'argomento. Non per usare frasi fatte ma per "lasciare memoria".
Questa canzone di Yoko l'ho sempre sentita vicina per l'affetto che traspare dal testo, ora ancora di più, che anche mio nonno se n'è andato.
Lui non è mai stato un super eroe, padre padrone del dopoguerra incapace di dire grazie o di dimostrare il proprio affetto, burbero è un po' dispotico ma buono, come può esserlo una persona che ha dovuto affrontare tante difficoltà e momenti difficili.
Per me anche in un certo senso padre, o quanto meno l'unica figura maschile più presente dopo il divorzio dei miei. Un rapporto anomalo perchè non ho mai rispettato la sua autorità, perchè l'ho sempre avuto accanto senza che facesse o dicesse nulla di eclatante per esserci.
Un uomo, come tale pieno di difetti, eppur pieno di pregi, mi manca, mi mancano di più i suoi litigi con mio fratello, gli sfottò e il suo "Ma a Milano ti fanno bere il vino? O fa freddo e bevete la grappa?" come se fosse un altro mondo.
Ci sono cose a cui non credo quindi non dirò "Ora è in un posto migliore" però in quella settimana sono accadute delle cose che non posso non ammettere hanno avuto del "fantastico" e mi han spinto ad ammettere che qualcosa esiste al di là della morte.
Quelli che con me han vissuto l'organizzazione di queste ferie sanno che sono state un susseguirsi di eventi "strani". Il cambio di settimana di ferie scelta poi "a caso", la prenotazione del viaggio di ritorno ricaduta per sbaglio sulla domenica anzichè sul sabato e tante altre cose successe mentre ero lì che mi han fatto capire che DOVEVO esser lì quella settimana e che non poteva andare diversamente.
Voglio, per questo, dire grazie.
A lui per esser stato quello che era, pregi e difetti, a coloro che in quella settimana mi son stati vicini; a quelli che quando son tonata a Milano mi hanno ascoltata senza giudicare il mio modo "inusuale" di affrontare un lutto, assecondandomi con dolcezza; a quelli che mi ascoltano ripetere le vicende di quei giorni pazientemente, che si arrabbiano assieme me, che si rattristano assieme me, che assieme a me han parlato di altro, che fanno, faranno o han fatto di tutto per vedermi, incontrarmi e farmi sentire bene.
A loro e al mio jiichan... Arigatou!
Mari
Questa canzone di Yoko l'ho sempre sentita vicina per l'affetto che traspare dal testo, ora ancora di più, che anche mio nonno se n'è andato.
Lui non è mai stato un super eroe, padre padrone del dopoguerra incapace di dire grazie o di dimostrare il proprio affetto, burbero è un po' dispotico ma buono, come può esserlo una persona che ha dovuto affrontare tante difficoltà e momenti difficili.
Per me anche in un certo senso padre, o quanto meno l'unica figura maschile più presente dopo il divorzio dei miei. Un rapporto anomalo perchè non ho mai rispettato la sua autorità, perchè l'ho sempre avuto accanto senza che facesse o dicesse nulla di eclatante per esserci.
Un uomo, come tale pieno di difetti, eppur pieno di pregi, mi manca, mi mancano di più i suoi litigi con mio fratello, gli sfottò e il suo "Ma a Milano ti fanno bere il vino? O fa freddo e bevete la grappa?" come se fosse un altro mondo.
Ci sono cose a cui non credo quindi non dirò "Ora è in un posto migliore" però in quella settimana sono accadute delle cose che non posso non ammettere hanno avuto del "fantastico" e mi han spinto ad ammettere che qualcosa esiste al di là della morte.
Quelli che con me han vissuto l'organizzazione di queste ferie sanno che sono state un susseguirsi di eventi "strani". Il cambio di settimana di ferie scelta poi "a caso", la prenotazione del viaggio di ritorno ricaduta per sbaglio sulla domenica anzichè sul sabato e tante altre cose successe mentre ero lì che mi han fatto capire che DOVEVO esser lì quella settimana e che non poteva andare diversamente.
Voglio, per questo, dire grazie.
A lui per esser stato quello che era, pregi e difetti, a coloro che in quella settimana mi son stati vicini; a quelli che quando son tonata a Milano mi hanno ascoltata senza giudicare il mio modo "inusuale" di affrontare un lutto, assecondandomi con dolcezza; a quelli che mi ascoltano ripetere le vicende di quei giorni pazientemente, che si arrabbiano assieme me, che si rattristano assieme me, che assieme a me han parlato di altro, che fanno, faranno o han fatto di tutto per vedermi, incontrarmi e farmi sentire bene.
A loro e al mio jiichan... Arigatou!
Mari