martedì 15 dicembre 2009

” なくしてしまったひとつのピース 探しているよ 手を借してくれ 。 “



” なくしてしまったひとつのピース
探しているよ 手を借してくれ 。
探してる 足りないピースを
ひとりじゃ とても無理だよ “
"Puzzle" Kanjani8

“Nella vita non si può mai dire” dicono, ma ovviamente non leggerai mai queste righe!
Ancora più improbabile che tu ne capisca il senso o che comprenda che è dedicata a te, ma affido comunque queste parole al caso, foriero di ricordi e incontri, augurandomi che, nel suo dispettoso peregrinare, ti raggiunga, prima o poi, e te le sussurri modestamente.
Non ho mai pensato che si potesse sentir “vicino” qualcosa di così distante.
Vivere nell'attuale realtà è talmente deprimente che ogni occasione di svago è benvenuta, ma non avrei mai creduto che una così frivola cosa mi toccasse il cuore tanto nel profondo.
Ho sempre sorriso di chi desiderava, proclamava a voce alta, sentimenti e intenzioni campati in aria, senza sbocchi ne radici, eppure ora li invidio perché, pur desiderando di poterlo fare, la mia razionalità, questa ancora che mi tiene ben salda ad una realtà che mi sta stretta, mi costringe a ricacciare ogni cosa nel più profondo angolo del mio essere.
Vorrei dire, vorrei urlare, vorrei averti qui. Almeno avere la possibilità di averti qui e di poterci “provare”. Se è vero che le distanze sono relative, allora perché queste ci dividono inesorabilmente?
“Basta volerlo?!” dicono, ma quando quello che vuoi è talmente fuori dalla tua realtà che si fa'?
Allora!?
Basta davvero, solo, volerlo?
Vorrei vedere il tuo sorriso accendersi per me, ascoltare i racconti delle tue disavventure, lenire il tuo dolore, raccogliere le lacrime, quelle che non versi di fronte agli altri, e trasformarle in nuvole per poterne ridere assieme. Vorrei consolare il tuo cuore ferito, gioire delle vittorie, comprendere, con un solo sguardo, cosa ti attraversa la mente. Arginare l'impeto d'ira le rare volte che perdi la calma, portarti per strade assolate d'estate e davanti ad un mare agitato d'autunno, e vorrei che questo fosse per te come lo è per me. In realtà mi basterebbe avere la possibilità di conoscerti per quello che sei e non per quello che rappresenti, riuscire a parlare superando le barriere della distanza, della dialettica…
Ah! Se esistesse un mondo come quello dei sogni, dove i confini sono solo il cielo e l'immaginazione, allora potrei incontrarti lì, e sarebbe facile... più facile, più possibile che in questa terrena realtà. Sognare non mi basta più, ma è l'unica cosa che mi è concessa, anzi, nemmeno questa, dato che, il mio io razionale, mi impedisce anche solo di prenderla in considerazione una tale fantasia.

Quando mi ritrovo davanti a quel sorriso furbo, che rappresenta il tuo essere ma che è anche la tua maschera migliore, mi sento persa. Affascinata dalla complicità che trasmette e scoraggiata da quel che potrebbe celare e, a cui, non ho il permesso di accedere.
Cosa pensi quando sorridi per “dovere”? Quanto vorrei poter guardare negli occhi che si nascondono dietro le maschere teatrali di “gioia e tristezza” che, nel tuo caso, sono “goliardia e mistero”.

Chi sei realmente? Quali parole usi? Di cosa parli e come suona la tua voce quando quel “riflettore” è spento?!
Temo non soddisferò mai la mia curiosità, e la voglia di averti non sarà mai sedata. Come un vampiro innamorato del sole, vago in questa oscurità, consapevole di non poter mai nemmeno sfiorare l'oggetto dei miei desideri.
Eppure sei in tutto ciò che faccio!
Ero stanca, arrabbiata, depressa, con il desiderio di urlare.
Lo sguardo fisso e il volto sferzato da un vento gelido.
Continuavo a rimuginare su situazioni e desideri repressi e, all'improvviso, familiari note lontane mi han riempito il cuore. Le lacrime che non riuscivo a versare han rigato, copiose, il mio viso. Non posso ignorare tutto questo!
Sei il mio sfogo, la mia isola felice e la mia ossessione, la mia tristezza e la mia consolazione e nello stesso tempo, sei la mia disperazione.
Al momento posso solo assaporare le parole che riservi ad altri e impedirmi di sperare.
Non voglio, non devo... mio malgrado, non posso.
Sentendo la mancanza di una parte importante vago incompleta alla ricerca di qualcosa che ho sfiorato tra le dita senza averlo mai afferrato. Affido questo sfogo senza tempo ad un opinabile postino, se il destino vorrà, riuscirà a raggiungerti, perché io non ne son stata capace.
Continuerò a sentire l'assenza di quel “pezzo mancante” che non sono in grado di ritrovare da sola.


Perdonami! Hikaru/Aranel

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