giovedì 7 maggio 2009

"Ciao Amica!

Probabilmente sei una delle poche rimaste per cui mi sento di usare ancora questo appellativo.

E' sempre difficile cominciare a scrivere, d'altronde da qualche parte bisogna pur iniziare...

Ultimamente la mia vita sta andando avanti da sola, come andare su di un tappeto mobile che va in direzione opposta, continuo a camminare per inerzia. Se mi fermassi rischierei di esser trascinata indietro.

Proseguo, passo dopo passo, meccanicamente. Intorno a me c'è tanta altra gente che cammina, qualcuno corre. Ognuno impegnato in qualcosa, ognuno ha un'auricolare con il quale ascolta la sua musica, tutti con occhi fissi su di uno schermo che trasmette obiettivi e aspettative. Loro continuano a tentare di raggiungerli.

Alcuni sono talmente vicini da poter sbirciare un pezzo di quel loro percorso, qualcuno è disposto a percorrere un po' di strada assieme, ma ognuno è sul suo tappeto e non s'incrociano mai... come potrebbero?!

Ultimamente ho preso coscienza del fatto che la vita prosegue a prescindere. Che le persone, per cui credi di esser importante, riescono ad andare avanti anche se non fai più parte della loro quotidianetà, riescono ad essere felici anche senza di te!

Sono stanca di amicizie che pensano a te solo quando ti hanno davanti agli occhi, e anche le occasioni in cui questo si verifica sono sempre più rare.

Sono stanca di parlare soltanto di cose frivole, relativamente importanti, di restare lì ad ascoltare, cercando di partecipare, tentando di essere davvero interessata.

Ogni tanto un "Come stai?!" o un "Come va'?!" mi raggiunge, ma è un eco lontano.

"Come vuoi che stia?! Come vuoi che vada?!" Chissà cosa realmente si aspettano che risponda?!...

"Bene!" e su un viso sereno, è la risposta che accontenta tutti, che placa la coscienza di chi crede d'interessarsi a te ma che non ha intenzione di approfondire l'argomento, e poi si torna a parlare di frivolezze.

Da quanto tempo non sorrido più?!

Proseguo imperterrita con questa gente che mi cammina accanto, qualcuno corre, qualcuno parla con me...

E' tanto, troppo tempo che sento il desiderio di sfogarmi senza saper cosa voglio sfogare...

Perchè le persone che dovrebbero conoscermi, che dicono di tenere a me, non hanno notato che non sorrido più?!

"Non aspettarsi nulla da nessuno" Si! Decisamente è un'idea!

Sono stanca di fissare il mio schermo troppo lontano da raggiungere. Continuo a camminare, comunque, ma non riesco a mettere a fuoco le immagini che esso proietta, forse perchè diventa sempre più "piccolo", forse perchè ho dimenticato gli occhiali...

Faccio dei bilanci, amica mia, i cui risultati sempre più spesso non mi piacciono.

Arrivata a questo giro di boa non ho realizzato alcun obbiettivo, raggiunto alcuna meta.

Mi chiedo che ci sarebbe di male a fermarsi e venire trascinati indietro?!

Mi chiedo, sempre più spesso, cosa ci faccio io qui!

"Per vivere bene basta non aspettarsi nulla dalla vita" qualcuno lo ha detto, ma sarà vero? E' davvero preferibile e auspicabile vivere senza obiettivi? Senza prospettive a me sembra di camminare a vuoto!

Il tappeto continua a scorrere, le mie gambe si muovono da sole ma lo schermo è sempre più sfocato.

Sai, amica, in realtà non c'è rimorso, nè rimpianto e tantomeno rancore in queste mie parole. Anche se potrebbe sembrare così, ma in realtà è diverso. Sto soltando prendendo atto di questa situazione. Come quando ho realizzato che anche l'amore ha una "scadenza", come gli alimenti, solo che non ti è dato di saperla finchè non scade. Allo stesso modo è per tutto questo, una semplice presa di coscienza.

Mi sento apatica, talmente pigra da non aver nemmeno voglia di esser triste o arrabbiata.

Questo tappeto continua ad andare, le persone intorno a me han sempre gli occhi fissi sui loro schermi. Meglio ascoltare la musica, non temo di perdermi qualcosa, tanto intorno a me tutto procede uguale.

Non ho nemmeno più voglia di sapere cosa trasmette quello schermo davanti a me, sempre più distante, sempre più sfocato. Qualcuno dei volti qui accanto mi è familiare, sorridono e piangono, un tempo sorridevo e piangevo con loro, ora non più, ora li fisso soltanto, cogliendo solo una parte delle loro emozioni, e anche quella la lascio scorrere via trasportata dal tappeto che non si ferma mai...

Amica mia, forse anche tu sei in questa strana palestra fatta di gente che cammina e corre su infiniti tappeti, inseguendo immagini proiettate da schermi sempre troppo disanti, se così fosse, spero che, almeno tu, decida di scendere e vedere cosa c'è fuori.

Un abbraccio..."

5 commenti:

Dama Arwen ha detto...

Voglio lasciarti il mio pensiero. Non mi importa a "chi" è dedicato il tuo post. Non scrivo perché penso di essere io, ma solo perché mi sento di farlo. Perché nelle tue parole c'è molto di mio, di ciò che sto vivendo anche io. Vivendo, o non vivendo?

Mi guardo, e non mi riconosco più. Ti guardo e non riconosco nemmeno te.
Questo non è il "tuo" blog. È diventato nero, cupo, aggressivo.

Non faccio paragoni, non voglio equipararci. Ma è così. Da mesi non riconosco più nessuna o quasi delle persone che mi circodano. La differenza è che certi dubbi o le belle cose passate le ho messe da parte in un cassetto, forse consapevole che nn torneranno più. Siamo tutti/e stupidi a non volerlo riaprire. Già perché secondo me non lo stiamo facendo.

Ma come potremmo? Sai in cosa mi sento uguale a te? Al senso di impotenza, inadeguatezza, tristezza per non aver raggiunto alcun obiettivo. Mai che uno sforzo e un filo di fortuna ci abbiano avvicinate alla nostra meta. Oguno alla sua intendo. E questo, personalmente mi ha logorata. Ho perso il mio entusiasmo, l'amore x me stessa, la mia forza: dove sono finite? Non riesco ad amarmi, non guardo più in là della punta del mio naso.
La mia sensazione costante è quella di annegamento. Mi sembra di essere lì lì per morire soffocata, guardo la superficie e non riesco ad arrvarci, mentre tutti sono già lassù. Ogni tanto arriva una bolla d'ossigeno a riempirmi i polmoni, ma serve solo a tirare avanti ancora un po'. Cosa accadrà quando quell'ossigeno non ci sarà più?

Sono talmente delusa e trsite per me stessa da non riuscire più a vedere te, e gli altri: ad accorgermi di ciò che ti accade. Così impotente da temere un peso altrui troppo grande, il timore di affondare in due. Ma perché dovrei trascinarti nel mio baratro?

Dove sono i nostri sogni? Il nostro entusiasmo col quale affrontavamo il mondo col sorriso nonostante le difficoltà?

Ho lasciato o sono stata lasciata indietro da talmente tante persone nella mia vita da esere diventata apatica. Già la vita degli va avanti lo stesso, anche senza di noi. E ogni volta ho voltato pagina. Ma stavolta è diverso, stavolta sono io che nel mio dolore mi chiudo in me stessa e non vedo nessuno. Perché non passa giorno in cui mi senta inutile per te e per me stessa, in cui non mi chieda perché mi hanno messa al mondo visto che non lo volevo, perché devo continuare a vivere. E allora sì, ben venga all'egoismo di chi cerca di fare il pieno delle poche cose che può, senza guardare in faccia a nessuno, nel timore di rimanere il giorno dopo con un pugno di mosche in mano e nessun obiettivo per cui lottare.
Perché la vita mi ha resa così arida? Sono solo da biasimare, da disprezzare.
Con che coraggio posso dirti ancora "ti voglio bene?"

Però la mia rabbia, il mio dolore, non mi fanno rispondere col sorriso a domande dolorose: se mi chiedono un distratto "come stai?" "di merda" è la risposta più adatta.

L'unica cosa che vedo è che quasi tutti sono andati avanti realizzando qualcosa mentre io sono ancora qui a chiedermi quando inizierò a vivere davvero. E se mai vivrò, se mai sarò importante per qualcuno, se mai saprò ritrovare la forza e il carisma per stare accanto alle persone di cui mi dimentico ogni volta che sto male. Non sono capace di chiedere aiuto. Mi ifugio da sola nel mio malessere lasciando la mente a vagare nel nulla e nell'inutilità.
Che siano più felici coloro che soffocano tutte queste riflessioni? Coloro che non si aspettano nulla? Coloro che si acontentano? Coloro che stanno insieme solo per paura della solitudine infilandosi in quell'ingranaggio teribile del gregge di pecore? Non lo so più nemmeno io cosa sia meglio.
Non so se provare pietà o invidia. Ma non ho pietà di me stessa.
Sorrido come una maschera triste e pacata di un pierrot nello scrivere tutto queesto... Non c'è 2 senza 3. Sarà il mio terzo anno di nulla, di dolore. Spero solo che il 4 non venga da sé, percé il 5 non ci sarà comunque.
Non serve a nulla dirti che ti capisco, perfettamente, ma ècosì, anche se non sono capace di starti vicina come vorrei, come avresti bisogno. Forse mi merito solo la solituine che avolte cerco.
Un abbraccio

TateyaMari ha detto...

Grazie!
Grazie damina, non per la lunga risposta che comunque ho apprezzato, ma per quello che sei, nonostante tutto, nonostante il buio.
Voglio dirti che quella serata passata a parlarci per me è stata di grande aiuto. Non ci crederai ma mi ha sollevata un po' del peso che mi trascino dietro, anche se soffocavo le lacrime, anche se temo di averti caricata di un peso che non vorrei... Mi ha aiutata tantissimo, perchè il tuo affetto è il balsamo per molte delle mie ferite, perchè sapere che ci sei ad ascoltare, che almeno tu leggi questo sfogo, perchè di sfogo si tratta, sapere che, nonostante gli scazzi e i momenti bui, poi ci sei, è di grande conforto per me ^_^
Grazie!

Il paese dei balocchi ha detto...

Ragazze io mi ritrovo in molte delle vostre parole (sia nel tuo post che nella risposta di Damina).

Purtroppo o per fortuna il mondo va avanti senza di noi. Anche se ci sentiamo male e sole con nessuno veramente interessato a noi oppure che ci escludiamo dalla vita dei nostri "cari" per non stare ulteriormente male.

Io non voglio dirvi o ripetervi cose che sapete già ma solo dirvi che io ci sono. Sono lì con il vostro dolore e con una parte del mio (che duramente si sta affievolendo ma proprio una goccia ogni tot.).
Vi sono vicina anche quando sono lontana e guardo il mio schermo per cercare anch'io di sopravvivere in questo mondo di merda.
Un grosso abbraccio a entrambe!

TateyaMari ha detto...

Il sentirsi dire che qualcuno ti è vicino, e lo sforzo di questa stessa persone nell'essertelo sono già un balsamo per le ferite.
A volte sono solo parole, a volte no! Gambatte nicla!
Miao

fely'92 ha detto...

leggendo il tuo post mi sono rivista molto.Anch'io cammino su quei tappetti senza chiedermi cosa faccio e cosa sto cercando di raggiungere.Me lo sono chiesto molte volte che vuole la vita da me, ma nn ho trovato alcuna risposta.....continuo ad andare avanti perchè ho paura ke se mi fermassi perderei molte possibilità.Nn ho obbiettivi da raggiungere e nn sò se ne avrò mai....ma io continuo a sperare ke prima o poi comincerò a vivere davvero
baci fely