domenica 2 marzo 2014

Other



Sulla via che conduce a casa mia c'è un parchetto, di quelli alberati in mezzo alla città, con un campetto da calcio e le giostrine per i bambini: uno scivolo, dei dondoli e un'altalena.
Quando rientro di sera, in quelle sere d'inverno miti, quando il freddo non è particolarmente pungente e il vento non ti taglia il viso, devio in quella direzione.
Il cielo limpido - come solo d'inverno può esser in una città umida come questa - e il silenzio intorno e il rumore delle auto che è solo un brusio di sottofondo.
Mi avvicino all'altalena e mi siedo un momento.
Ferma lì, ondeggiante a fissare la punta delle scarpe, non sono più io.
Quella che vorrei essere cede il posto a quella che sono. 
Niente affanni per esser migliore, niente futuro a cui pensare, solo il presente di cui prendersi cura, niente altro che quella che sono realmente. E lì, ascoltando quella voce sempre sopraffatta dalla ragione e dai pensieri, non posso fare a meno di chiedermi che male ci sarebbe a lasciarsi andare, a esser sempre così!?

Nessun commento: